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giovedì 6 maggio 2010

una nuova avventura

dalla scrivania alla cima degli Dei (il Monte Agung) o anche semplicementi su una delle doppie caldere più grandi del mondo (il Batur); insomma come passare in 20 ore dallo sfondo dell'Amiata a quello degli stratovulcani della cintura di fuoco.
Ci riusciremo? speriamo, intanto il racconto di Mario Trimeri (famoso runner italiano) che segue non è certo incoraggiante perchè se per fare i 2300 m di dislivello dal tempio madre di Pura Besakih, lui ci ha messo 6,40 ore, noi.............
A breve altro post sull'arrampicata



AGUNG- m.3.142 Indonesia
La cima degli Dei

L’Indonesia è un insieme di isole costellate da coni vulcanici e quando si sorvolano in aereo si può immaginare cosa fosse un tempo, milioni di anni fa quando da queste caldere infuocate usciva la lava che veniva sparata lontano, sino a formare le isole stesse. Bali è una di queste e l’Agung, con i suoi 3.142 metri, ne è l’esempio più alto e suggestivo.
Il 12 agosto lascio Ubud alle 23 della notte per Besaki, a 815 metri di quota; dopo un’ora e trenta arrivo con il mio autista Ye Ye all’ingresso del paese dove parcheggiamo la macchina. All’una del 13 agosto 2006 parto a piedi per la salita con una guida e lungo il villaggio di Besaki, chiuso al traffico per la vastità della zona dei templi, è tutto un urlare minaccioso di cani; forse perché qui se li mangiano. Si inizia ben presto a salire su terreno scivoloso, ripido e pieno di radici che affiorano dal sentiero e non facilitano di certo il nostro cammino.

Spesso ci si aiuta attaccandoci ai rami ma il fango e le felci fradice di umidità rendono difficoltosa la salita. Si guadagna quota assai in fretta ma con fatica perché il pendio non molla mai; sempre ripido e assai ostico. A 2.600 metri, ore 6, usciamo dalla foresta e finalmente siamo fuori dalla fitta vegetazione; ora la parte sommitale che conduce alla cima è tutta scoperta. Tutt’intorno il panorama spazia su ogni angolo dell’isola di Bali ma risalta alla mia sinistra il vasto cratere del Batur, con il suo grande lago Danau Batur ed il Gunung Batur che sono al suo interno. Ogni rilievo è tra luci ed ombre, un misto di immagini tra fantasia e realtà finchè il sole non sorge alto nel cielo alle mie spalle e inonda la Terra intera su quello che io vedo.
Sono 2.300 metri di dislivello che ho coperto da Besaki sino quassù in ore 6,40 perché alle 7,38 sono in cima. Non fa freddo per niente. La lava dell’ultima eruzione del 1963 è arrivata a nord sino al mare e con l’alba l’ombra conica e scura del vulcano si staglia sulla pianura a sud come un mantello gigante. Mentre la guida fa le sue offerte alle divinità buddiste io seguo il crinale sino al cratere nuovo spaventosamente grande. Un’ora e quaranta in vetta e poi la discesa a Besaki dove arriviamo alle 12,15 per proseguire in macchina sino alla piacevole Ubud.

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